Sarà rimossa entro l'estate la montagna di alghe posta a ridosso della suggestiva rupe su cui si erge il centro storico. Il comune di Agropoli ha infatti diffuso un avviso d'interesse pubblico alla rimozione dei cumuli di posidonia che, trasportati sulla spiaggia della Marina nel porto turistico durante le mareggiate invernali, sono stati per anni ammassati ai piedi del costone roccioso, deturpando uno degli angoli più belli della città.
«Quest'anno abbiamo deciso di rimuovere le alghe - spiega l'assessore alle politiche di sviluppo sostenibile Massimo La Porta - Provvederemo quindi ad eliminare sia i residui di posidonia trasportati a riva durante l’inverno che quelli posti a ridosso della rupe. Abbiamo già emesso un avviso per l'esecuzione del servizio di smaltimento dei residui di alghe provenienti dalla spiaggia. Si tratta di rifiuti urbani non pericolosi che dovranno essere rimossi entro il 21 giugno. Ora attendiamo le offerte da parte delle ditte interessate, poi provvederemo ad appaltare il servizio». Lo smaltimento riguarderà circa settemila tonnellate di alghe, una quantità ingente che crea non solo un danno estetico in uno dei paesaggi simbolo di Agropoli, ma anche di natura igienico-sanitaria considerato che gli ammassi di posidonia rappresentavano il covo ideale per topi ed altri insetti.
Lo scorso anno una prima rimozione delle alghe fu effettuata attraverso l'interramento della posidonia sotto la sabbia. «Un'operazione consentita dalla legge», precisò il sindaco Alfieri, attuata mediante lo scavo di buche sulla spiaggia nelle quali vennero depositate le alghe trasportate a riva dalle mareggiate. Il sistema consentì all’ente di risparmiare notevolmente rispetto ai costi previsti per il definitivo smaltimento della posidonia, considerata un rifiuto speciale. Quest'anno, però, in considerazione anche dell'apertura di un hotel di lusso proprio sulla spiaggia, a ridosso della montagna di alghe e dei numerosi eventi estivi che si svolgono alla Marina, si è reso necessario provvedere alla definitiva rimozione della posidonia.
Corsi e ricorsi storici: da "Il Mattino" dell'11 febbraio 1960 (archivio storico Franco Di Sergio).
Il 25 novembre dello scorso anno pubblicammo su questa pagina un articolo dal titolo "Una bonifica ed una piazza che Agropoli attende ancora" e ne facemmo la cronistoria di un urgente problema di carattere igienico e turistico che tutto il popolo unanime vuole venga risolto a qualunque costo. Il grido di questo popolo fu accolto da noi de "Il Mattino" ed iniziamo la nostra costante opera fin dal 1954. [...] Diciamo subito che l'allora ministro dei Lavori Pubblici Romita, accolse, con molta comprensione il nostro grido di aiuto. Ci consigliò di presentare subito relazione particolareggiata e progetto al Genio Civile di Salerno tramite l'allora sindaco democristiano Vincenzo urti, il 7 giugno 1954 fu trasmessa detta documentazione con non lievi sacrifici economici. I funzionari del Genio Civile, giunti qui per il sopralluogo, confermarono necessità della bonifica e conseguente abbattimento delle tre catapecchie cadenti che ostruiscono il panorama marino. Questa nostra spiaggetta, infatti, limitata dalla punta S. Francesco e da quella del fortino, è sempre coperta da banchi e da cumuli di alghe che nascono dando felice asilo a zanzare moscerini. In questi ultimi tempi le accentuate correnti (che potrebbero essere deviate prolungando di qualche centinaio di metri la banchina) e i movimenti marini hanno depositato sulla spiaggetta, di cui parliamo, una quantità impressionante di alghe creando uno spessore di oltre un metro e mezzo fino a superare la banchina sulla quale, come su tutta la spiaggia, si sono formate delle enormi dune fra le quali, specie quando c'è l'alta marea, il mare spinge i suoi liquidi tentacoli creando pozze permanenti dalle quali poi si sprigiona un tanfo nauseante che invade tutta la zona. Il nostro fotoreporter Ribas, da noi incaricato, ha ieri scattato una serie di foto con le quali ha realizzato la panoramica che pubblichiamo. Come si vede le barche sono fondate fra quei grandi mucchi di flora marina e i bimbi dei pescatori sono totalmente occultati dall'altezza di dette dune. Interessavamo per la doverosa soluzione - che si protrae da sei anni ingrossando la nostra cartella di documenti e di lettere - uno dei nostri nomi tutelari l'onorevole Alfonso Tesauro, il quale con lettera in data 10 dicembre 1959 assicurava il suo amichevole intervento. L'1 febbraio scorso, infatti, ci rimetteva in visione la seguente lettera, in data 20 ci 25 gennaio u.s. n.3057-UC del Provveditorato alle opere pubbliche per la Campania e il Molise: "eccellenza in relazione alle sue premure per l'esecuzione dei lavori di sistemazione della piazza Roma nel comune di Agropoli le comunico che sono in attesa di alcuni riferimenti da parte dell'ufficio del Genio Civile di Salerno, già interessato ai fini di esaminare la possibilità dell'intervento da parte di questa amministrazione. Distinti saluti". Noi, autorità e popolo, non dubitiamo minimamente sull'interessamento obiettivo e cordiale del nostro Genio Civile trattandosi di un annoso problema che riguarda soprattutto e innanzitutto la salute pubblica (ecco perché ci rivolgiamo anche al Ministro della Sanità) e poi il decoro di una cittadina turistica e marinara la quale ha anche il diritto di vendere il suo mare eliminando quelle tre catapecchie cadenti prospicienti, fra decorosi palazzi della piazza Roma, la zona bonificare. Tutti attendiamo veramente con ansia il responso del nostro Genio Civile che ci auguriamo saprà dare un palpito di comprensione e d'amore alla nostra Agropoli. Michele Rinella